Oggi voglio raccontarvi come ho
cominciato ad entrare nel mondo dei media.
Il suo nome è "Radio e". Ebbene si,
ho cominciato ad addentrarmi nel fantastico mondo della comunicazione grazie
alla radio della diocesi di Bergamo. Come varcai la soglia dell’edificio
situato al numero di 2 di via Ermete Novelli (me lo ricordo come se fosse
ieri), mi venne proposto di aggiornare la mailing list dell’emittente con tutti
i contatti che potevano servire. Forse solo il primo giorno mi dedicai a quella
mansione, almeno fino a quando il responsabile tecnico, Paolo, vedendo le mie
unghie colorate percorrere i tasti della tastiera con eleganza e trasporto non decise che da quel momento in poi sarei dovuta
stare nella sala all’ingresso, al suo fianco, a occuparmi del notiziario. Così
in men che non si dica imparai a scrivere testi reperendo informazioni fresche
di giornata, a montare il notiziario e a registrarlo per la messa in onda:
tutti i giorni da lunedì a venerdì per 3 volte al giorno la mia voce risuonava
attraverso l’etere e il mio notiziario poteva essere udito in ogni radio o
autoradio di Bergamo e provincia. Non male come scuola per la mia futura
formazione. Quando entrai in sala di registrazione provai l’ebbrezza di
indossare le cuffie come facevano i più noti dj delle radio nazionali. Leggevo,
registravo, montavo, cancellavo le sbavature, riascoltavo, correggevo e salvavo
il tutto per la messa in onda. Quelli si, sono stati mesi fantastici. Ricordo
quella volta che uscita dalla sala di registrazione mi ritrovai con delle
guardie armate all’ingresso. Era arrivato Magdi Cristiano Allam per essere
intervistato ed essendo personaggio scomodo ai musulmani più integralisti che
potevano leggere nella sua conversione al cristianesimo un atteggiamento
offensivo per l’Islam, girava con la scorta. Quel giorno non ci furono
attentati per mia fortuna. Paolo mi aveva avvisata di non aprire senza prima
assicurarmi di chi ci fosse al citofono, prima che uno smidollato terrorista
fingendosi il fattorino si catapultasse nella radio facendo una carneficina. Devo dire che me la
passai davvero bene in quel periodo. Ogni tanto passavano a trovarci Lilo e
Stitch (io adoro ricordarli così), due amici di Paolo che ci offrivano da bere
the e biscotti durante la pausa pomeridiana. Fu sempre quello il periodo della
mia prima diretta radiofonica. Doveva venire uno autore televisivo a presentare il suo primo
libro: “Tutta colpa di una ciabatta” e fu lì che con l’aiuto di Giuliano,
attore ed esperto radiofonico feci l’intervista in diretta. Fortunatamente non
dovevo destreggiarmi con la regia, in quanto ad occuparsene era Giuliano. Per
una alle prime armi come me non sarebbe stata cosa facile. Diciamo che me la
cavai e che come esperienza la porto sempre nel mio cuore. Otto mesi passai in
quella radio e volete sapere come andò a finire? Che la radio chiuse a causa
delle ingenti spese e io dovetti cercare fortuna altrove. Che volete che vi
dica? Chi vuol esser lieto sia, di doman non v’è certezza e così mi dedicai
alla scrittura, ma questa è un’altra storia.
Nessun commento:
Posta un commento